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Commissione UE: Next Generation EU, il piano green e digital per la ripresa dalla crisi Covid-19


01/06/2020

GREEN AND DIGITAL ECONOMY. «In adversity so often comes opportunity». È con queste parole che la Commissione introduce la Comunicazione “Europe’s moment: repair and prepare for the next generation” [1], un manifesto programmatico per quella che sarà (o, meglio, che dovrà essere) l’economia europea – e dunque l’attività d’impresa europea – post Covid.    

Un’economia verde e digitale, binomio indissolubile che poggia innanzitutto su un ambizioso programma di riduzione delle emissioni e su una rapida crescita del Digital Single Market.



È una sintesi, anzi un potenziamento, di molti dei temi a cui l’Europa ha lavorato negli ultimi anni. Più ecosostenibilità, più digitale, e dunque un’economia pulita, circolare, climaticamente neutra, ma al tempo stesso competitiva, tecnologica, capace di assicurare all’Europa maggiore resilienza e un migliore posizionamento globale. Attraverso, per esempio, il potenziamento delle infrastrutture di rete, la costruzione di una data economy che sia al servizio della crescita occupazionale e sociale, la realizzazione di un level playing field digitale per le PMI, in grado di mitigare la dominanza delle piattaforme sull’ecosistema digitale.

IL BUDGET UE. Un progetto corroborato da nuovi importanti investimenti, non solo i 750 miliardi di Euro previsti dal programma Next Generation EU, ma anche 1100 miliardi previsti da un rinnovato Budget UE per il periodo 2021-2027. I fondi di Next Generation EU, in particolare, si legheranno ad un aumento temporaneo del massimale



delle risorse proprie al 2% del reddito nazionale lordo UE. Ciò consentirà alla Commissione di utilizzare il suo rating creditizio per contrarre prestiti sui mercati finanziari.

LA RISPOSTA ALLA CRISI. Senza pretesa di esaustività, si può dunque sottolineare che tali fondi serviranno a fronteggiare le conseguenze della crisi non soltanto sanitaria, ma anche economica, seguita all’epidemia da Covid-19. Una crisi che ha toccato, sebbene in misura diversa, gli Stati europei e i loro comparti produttivi e commerciali, provocando, tra le altre, urgenze nei settori dell’occupazione e dell’accesso al credito finanziario da parte delle imprese.

A parere della Commissione, la crisi in corso necessita di una guida europea centralizzata che coadiuvi e indirizzi gli sforzi nazionali. I programmi europei di ripresa economica saranno dunque caratterizzati da meccanismi trasparenti e democratici, al fine di accelerare la trasformazione ecosostenibile e digitale e di costruire un’Europa più resiliente ed equa. Ciò sarà possibile, in particolare, mediante il perseguimento degli obiettivi legati ai tre pilastri che faranno da sfondo agli investimenti: sostenere le riforme e gli investimenti nazionali, incentivare gli investimenti privati [2], investire in prevenzione e in prontezza nella risposta alle crisi.          

LINEE DI POLICY. Precisi anche i fondamenti di policy su cui si baserà l’azione europea, nel tentativo di coniugare, nella risposta alla dimensione sociale ed economica della crisi, le necessarie misure a breve termine con un orizzonte di ampio respiro. Tra questi fondamenti spicca, in particolare, l’European Green Deal (qui un nostro approfondimento sul Circular Economy Action Plan), con la precisa volontà di prioritizzare gli investimenti green e di favorire, attraverso appositi programmi, gli orizzonti della biodiversità e della sostenibilità delle tecnologie, delle strategie finanziarie, della corporate governance, dei trasporti.    

Altro game-changer della strategia europea sarà un potenziato Digital Single Market. La pandemia, afferma in questo senso la Commissione, ha messo in risalto la rilevanza dell’ecosistema digitale nelle interazioni sociali a distanza, nel lavoro in remoto e nell’istruzione online. Fenomeni sempre più diffusi come il teleworking, l’e-learning, l’e-commerce, l’e-government continueranno ad essere incentivati e porteranno a un vero e proprio cambiamento strutturale nella vita economica e sociale.

Sotto questo profilo, oltre ai già richiamati aspetti relativi agli investimenti nelle reti di nuova generazione [3], al rapporto tra data economy e occupazione [4] e a una maggiore presenza europea in settori chiave quali l’AI, la cybersecurity, i dati, il cloud e la blockchain, la Commissione sottolinea anche l’importanza di rimodulare l’ambiente competitivo online per le imprese. Provvedimenti legislativi come il Digital Services Act [5] avranno dunque un ruolo chiave nell’agevolare la presenza delle PMI in un ambiente digitale che, oggi, è dominato dalle grandi piattaforme. Tali provvedimenti daranno dunque veste giuridica a importanti obiettivi di fondo, quali la garanzia di una maggior sicurezza per i consumatori e la riduzione dei potenziali abusi di potere di mercato da parte delle big tech.     

RIPRESA EQUA ED INCLUSIVA. La Comunicazione Next Generation EU, dunque, si pone come un punto di partenza per costruire una ripresa equa ed inclusiva dell’Europa post-Covid, con obiettivi quali la prevenzione di disagi sociali nel mercato del lavoro, mediante l’attenuazione del rischio occupazionale e la creazione di nuovi posti di lavoro («Keep companies in business and people in work»). L’ecosistema industriale europeo, sempre più interconnesso e integrato, dovrà dunque ripartire nel segno della solidarietà e dell’uguaglianza, col fine ultimo di far uscire dalla crisi un’Europa più coesa e con meno disparità, sia tra Stati sia tra persone.

© Graziadei Studio Legale

[1] Com(2020)456 final del 27.05.2020

[2] L’incentivo agli investimenti privati, si legge nella Comunicazione, arriverà ad esempio attraverso strumenti di supporto alle imprese in difficoltà: l’azione europea potrà peraltro, in questo modo, contribuire al level playing field europeo, mitigando la differente disponibilità economica con cui ciascuno Stato sarà in grado di fornire aiuti di Stato nella cornice del Temporary Framework UE (qui il nostro articolo).

[3] A proposito di reti di nuova generazione, peraltro, la Commissione cita non soltanto il 5G, ma anche il futuro 6G.

[4] Sul tema della real data economy, la Commissione menziona una più efficace azione legislativa per data sharing e data governance e l’introduzione di un Data Act finalizzato a garantire un migliore accesso e controllo dei dati industriali.

[5] Il Data Services Act avrà l’obiettivo di migliorare la cornice giuridica dei servizi digitali con regole chiare per le piattaforme online.

Ulteriori informazioni: dal link sottostante è possibile raggiungere la pagina ufficiale dedicata alla Comunicazione Next Generation EU. 

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