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“Robo Advice”: fiducia, nudging e framing effect in uno studio Consob sulle raccomandazioni d’investimento automatizzate


24/09/2020

LO STUDIO CONSOB. Consob ha recentemente pubblicato un nuovo Quaderno FinTech dal titolo “La fiducia nel Robo advice: evidenze da uno studio sperimentale” [1], il cui obiettivo è offrire alcuni spunti di riflessione sull’impatto degli advisor automatizzati nel settore finanziario.

In particolare, attraverso il metodo empirico, lo studio ha inteso comprendere la propensione, da parte dei giovani investitori, a fidarsi di un consulente automatizzato piuttosto che di un consulente umano.  [2]

Prescindendo qui dalla metodologia impiegata [3], è utile notare che il lavoro si sofferma su alcune tematiche affrontate in letteratura, quali ad esempio la fiducia nei servizi digitali e l’impatto del confirmation bias e della teoria del nudge sulle raccomandazioni di investimento.



TRUST E DIGITAL SERVICES: TRA AFFIDABILITÀ E DISCREZIONALITÀ. Istituendo un parallelo con l’e-shopping, Consob evidenzia in prima battuta che la crescita dei servizi finanziari digitali (e-banking) si lega alla ricerca di servizi innovativi, efficaci e personalizzati.

Anche in ambito digitale il pilastro centrale - il driver - della domanda di servizi finanziari è rappresentato dalla fiducia (e-trust). Nel nuovo contesto, l’elemento fiduciario si lega in particolare all’oggettività dell’algoritmo e alla standardizzazione dei cd. model portfolios: il robo advisor, dunque, eliminerebbe dal sistema di raccomandazione finanziaria i profili di discrezionalità e i rischi di scarsa competenza professionale connessi al consulente umano. Al contempo, la carenza di empatia e di relazione umana sembra poter rappresentare un importante limite dell'automatizzazione.



Secondo lo studio, elementi favorevoli a una possibile diffusione del robo advisor potrebbero essere soprattutto le basse soglie di investimento necessarie e le fee più contenute rispetto a quelle richieste dall’advisor umano, oltre alla facilità d’uso e all’accessibilità delle piattaforme digitali. Ma, paradossalmente, proprio lo slittamento nel digitale degli strumenti finanziari può invece costituire un deterrente per quegli investitori che non abbiano una spiccata propensione tecnologica.

PROFILAZIONE, FRAMING EFFECT E NUDGING. Lo studio Consob tenta anche di fornire una prima risposta alla domanda: in che misura l’ambiente digitale spinge l’investitore ad agire diversamente?

Sul punto emerge, in primo luogo, l’influenza del digitale sul questionario di profilazione dell’investitore: l’utilizzo di un sistema automatizzato e l’assenza di interazione umana sembrano far crescere il rischio che l’investitore sopravvaluti le proprie conoscenze finanziarie.

Anche il cd. framing effect, cioè la propensione a porsi in linea con le modalità (positive o negative) con cui un’informazione è presentata, parrebbe aumentare in un contesto privo di interazione con un consulente umano, in cui la valutazione è lasciata completamente all’autonomia del cliente.

Tale effetto risulterebbe tuttavia mitigabile - secondo la teoria del nudge [4] - grazie all’utilizzo di strumenti digitali che promuovano il miglior interesse dell’investitore. Il digital nudging si tradurrebbe dunque nell’utilizzo, come stimolo positivo, degli elementi di design dell’interfaccia utente.

PROPENSIONE A SEGUIRE LA RACCOMANDAZIONE. Più in generale, evidenzia Consob, l’interazione con un robo advisor sembra eliminare dall’ambito della raccomandazione d’investimento tutta quella sfera (anche emotiva: connessione personale, istinto, affinità elettiva) riconducibile alla relazione umana, amplificando al contempo l’influenza della digital literacy personale.

Come visto, tuttavia, il rapporto tra investitore e consulente automatizzato, pur eliminando alcune forme di bias, ne mantiene altre. Tra queste, il confirmation bias. Infatti, l’elemento che influisce maggiormente sulla propensione dell’investitore a seguire la raccomandazione, ancor più che la natura (umana o automatizzata) del consulente, è l’eventualità che l’opzione di investimento consigliata confermi ipotesi e opinioni preesistenti.

In altre parole, conta il «divario tra la scelta effettuata in autonomia prima di ricevere il consiglio e la scelta raccomandata dal consulente». E, non a caso, «la probabilità che l’investitore sia disposto a seguire le indicazioni del consulente (umano o robo) aumenta se il portafoglio consigliato coincide con quello precedentemente scelto in autonomia».

Infine, nel caso di divergenza tra scelta autonoma e raccomandazione, gli investitori sembrano più propensi a seguire le indicazioni di un consulente umano.

© Graziadei Studio Legale


[1] Do investors rely on robots? Evidence from an experimental study. B. Alemanni, A. Angelovski, D. Di Cagno, A. Galliera, N. Linciano, F. Marazzi, P. Soccorso 
[2] In particolare, si legge nel report: «Il presente studio indaga sui comportamenti che potrebbero prevalere tra gli investitori più giovani, la categoria potenzialmente più interessata dal fenomeno, verificando se la propensione di un’individuo a seguire una raccomandazione di investimento cambia a seconda che il consiglio venga formulato da un consulente umano ovvero da un robo advisor».
[3] In estrema sintesi, parte dello studio è consistita nel monitoraggio delle scelte di investimento effettuate da un cluster di studenti universitari, pre e post raccomandazione da parte di robo advisor e di consulenti umani.
[4] Secondo la teoria del nudge, mediante uno stimolo positivo, è possibile influenzare la scelta di un individuo verso una direzione prevedibile, lasciandogli tuttavia piena libertà di scelta.

Ulteriori informazioni: dal link sottostante è possibile raggiungere il Quaderno FinTech Consob "La fiducia nel robo advice. Evidenze da uno studio sperimentale".

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